treghentos annos in “ALAS DE POESIA” dae Padre Luca a dies de oe.
Un gruppo spontaneo di pattadesi non residenti, ma dalle forti radici locali, si sono ritrovati nel proporre al Paese natio, Pattada, una serata di poesia in piazza dello Spirito Santo, al fine di rievocare i poeti antichi e contemporanei locali e la poesia che gli ha dato lustro e che ancora riecheggia nei canti dei tenores di tutta la Sardegna.
Oltre ai più noti: Padre luca Cubeddu, Pietro Pisurci (Pesuciu) e Limbudu, saranno ricordati i cosi detti “poeti minori” che tanto hanno abbondato dal settecento ai giorni d’ oggi, nel paese del Monte acuto.
Il gruppo denominatisi “Torramus Totu a Bidda”, con il patrocinio gratuito dell’ Amministrazione comunale, comprende: Tonino Arcadu, titolare delle “cantine Gostolai”, e studioso delle tradizioni enologiche della Sardegna, evocherà la connessione tra vino e poesia “poesia de zilleri”, Lussorio Cambiganu presenterà la serata ed alcune delle sue composizioni insieme ai poeti, Mario Monzitta e Teresa Sotgiu, Bruno Sini, studioso della lingua sarda, illustrerà lo stato attuale della situazione linguistica sarda, .. Le poesie verranno recitate da Carmela Arghittu affermata interprete.
Componente speciale del comitato sarà Angelo Carboni, scrittore e linguista, autore di vari libri che raccolgono tutti i poeti locali del passato, e che da trent’ anni studia la vena poetica di Pattada. A tal fine, l’Amministrazione Comunale, ha deliberato di conferirgli un attestato morale per i meriti culturali conseguiti a seguito dei suoi studi, che hanno consentito di raccogliere il patrimonio poetico e storico di Pattada.
Il riconoscimento verrà consegnato dal sindaco di Pattada, Mario Deiosso e dall' on. Caterina Pes, membro della Commissione Cultura della Camera dei Deputati del Parlamento Italiano, che presenzierà alla serata e risponderà sulla situazione legislativa e le iniziative politiche in atto verso la tutela della lingua sarda.
Accompagneranno le recite delle poesie: Il maestro nuorese di launeddas Cesare Carta, la band locale La Tribù dei Suoni, il Coro Santa Rughe di Pattada ed i tenores di Nugoro e San Salvatore di Pattada… curerà la fotografia e le riprese video il pattadese Lorenzo Fara…
L’ evento è previsto per domenica 19 agosto alle ore 19,00 in piazza dello Spirito Santo.
Torramus totu a bidda.
Componente speciale del comitato sarà Angelo Carboni, scrittore e linguista, autore di vari libri che raccolgono tutti i poeti locali del passato, e che da trent’ anni studia la vena poetica di Pattada. A tal fine, l’Amministrazione Comunale, ha deliberato di conferirgli un attestato morale per i meriti culturali conseguiti a seguito dei suoi studi, che hanno consentito di raccogliere il patrimonio poetico e storico di Pattada.
Il riconoscimento verrà consegnato dal sindaco di Pattada, Mario Deiosso e dall' on. Caterina Pes, membro della Commissione Cultura della Camera dei Deputati del Parlamento Italiano, che presenzierà alla serata e risponderà sulla situazione legislativa e le iniziative politiche in atto verso la tutela della lingua sarda.
Accompagneranno le recite delle poesie: Il maestro nuorese di launeddas Cesare Carta, la band locale La Tribù dei Suoni, il Coro Santa Rughe di Pattada ed i tenores di Nugoro e San Salvatore di Pattada… curerà la fotografia e le riprese video il pattadese Lorenzo Fara…
L’ evento è previsto per domenica 19 agosto alle ore 19,00 in piazza dello Spirito Santo.
Torramus totu a bidda.
articolo stampa di Pietro Lavena
RispondiEliminaPATTADA RISCOPRE LE SUE MEMORIE CON “ALAS DE POESIA”
C’è uno spiazzo quasi nascosto nel cuore di Pattada. Esso si stende discreto per i suoi 100 metri, restringendosi fino a terminare in un fitto intreccio di strette viuzze. Questo lungo spazio, invece, si slarga con generosità al capo opposto, su cui si para il fronte in pietra a vista della chiesetta di San Giovanni; piccola, con quel non so che di semplicità povera che emana però un’antica e sacrale dignità. Piazza San Giovanni sta qui, quasi in disparte. Alle spalle del complesso della chiesa del Rosario. Ne sente i rintocchi, ne osserva timidamente il campanile, ma non ne vede la faccia migliore. La faccia migliore che dà sulla più elegante Piazza d’Italia, così come il Museo del Coltello, simbolo di una cultura secolare. E poi, poco più in là, proseguendo sul corso, lo stupendo liberty del Municipio. Ecco, sembra quasi in disparte, Piazza San Giovanni.
Nel tardo pomeriggio di domenica 19 agosto, in questo spiazzo, al cospetto della chiesetta, una nutrita platea di bianche sedie di plastica e tanta gente a sedere, composta e in ascolto. In questa domenicale serata agostana ci si è ritrovati in tanti, quasi con sorpresa. Accadeva che dalla pancia di questa piccola comunità umana scaturisse una riflessione sulla poesia sarda, una rivisitazione della sua forza e della sua dignità attraverso la riscoperta dei versi delle sue voci più illustri: Pesuciu, Padre Luca, Limbudu, protagonisti assoluti della poesia isolana cui questo centro ha dato i natali. Il patrocinio del Comune di Pattada ha reso possibile la buona riuscita dell’evento Alas de Poesia promosso e animato da Lussorio Cambiganu per conto del Comitato Torramus Tottu a Bidda.
“Alas de Poesia” ha mostrato come sia possibile, dal basso, essere protagonisti consapevoli del proprio esistere, autori e soggetti attivi della propria cultura in una relazione critica e consapevole tra sè e la realtà.
Si è andati avanti fino a notte, quando i caldi bagliori dei lampioni si stendevano sul gremito parterre di un pubblico ancora assorto e silenzioso. Particolarmente sentito e toccante l’intervento dell’On.Caterina Pes, componente della Commissione Cultura in Parlamento, che da tempo lotta per rendere onore e restituire dignità alla lingua sarda. “Lo sento come un dovere verso questa terra” dice “terra dei miei genitori e del mio popolo. Terra i cui profumi mi inebriano e delle quale non posso dimenticarmi”. In apertura di serata l’On. Pes e il Primo Cittadino di Pattada Mario Deiosso hanno consegnato al prof. Angelo Carboni l’attestato di Mastru de sa Cultura Patadesa per la passione e il grande impegno mostrato nel valorizzare e portare a vita nuova aspetti della storia del paese che rischiavano di andare perduti.
Piazza San Giovanni e la sua serata di poesia si fanno icona di una piccola ma preziosa comunità di montagna, si fanno riverbero della bellezza delle piccole cose a dimensione d’uomo, fatte dall’uomo, per sè.
Quando la propria identità non è solo un valore formale, è possibile in un modo insieme fiero e forte ma anche delicato riprendere il filo della propria storia e del proprio passato, fermarsi a far memoria di ciò che si è stati riaffermando se stessi e il proprio presente e progettando consapevolmente il proprio futuro.
E così si è conclusa la serata, quasi in disparte, tra chiacchiere e sorrisi. I versi di Limbudu e Padre Luca accompagnati da qualche bicchiere di Gostolai e dalle improvvisate dei tenores presenti, la brezza serale a rinfrescare l’aria dopo una delle tante calde giornate estive in un paesino di montagna.
PIETRO LAVENA
INTERVENTO DI ANGELO CARBONI NELLA SERATA in ALAS DE POESIA ....
RispondiEliminaSo 'alu ammajadu dae cussu sero de s'istadiale patadesa. Apo fatu su caminu a pé e fina sos muros bezzos parian apitu, mudados a nou, a iscultare, sezidos in una banchitedda, cussas boghes antigas e arcanas de sa pizzinnia. A mie puru, in sa cadrea atalzina, disaogos e ispannos an leadu su logu a penas e fastizos, chi, 'alu oe so g
osende. A sa recuida, domos e palatos fin in paghe, sulenados dae cantu aian intesu.Unu saludu de coro a sos de Torramus totu a Bidda .Grascias dae sas intragnas pro s'invitu a istare impare custa serentina. Est arrividu che una sienda e apo a fagher de totu pro no mancare.Tia aer meda ite narrer ma no est fazile ischirriare unu tema, pro cussu apo a ponner mente a sos ojos e a su coro, chi sun cantu m'est restadu. S'est già faeddadu bastante, in su calendariu 'e poetas patadesos, de s'eredidade leteraria de sa 'idda nostra. Doighi annos passados a ammentare sos poetas connotos e a chilcare de nd'iscoberrer ateros ismentigados dae su tempus e dae s'olvidu de sa zente. S'idea fit de fagher 'intrare in donzi domo de sa 'idda sa richesa e su preziu de su tempus andadu.Poi sun bennidos sos liberos, pro frimmare in sa memoria una parte importante de s'istoria de sa 'idda.Meda an legidu sos liberos e maigantos de a bois connoschen s'eredidade leteraria manna de sa 'idda 'e Patada; innantis de esser connota comente sa 'idda 'esa resolza, Patada fit dae nessi treghentos annos mentovada pro esser "su casteddu e fortesa de sas musas", comente la giamaiat su poeta e improvisadore utieresu, ma de razza patadesa, Antoni Cubeddu.Unu siddadu chi, nessi in sa limba nostra, no at egualesin tota sa Sardigna. Sì, Desulo podet bantare a Montanaru, Tonara a Peppinu Mereu, Bonolva a Paulicu Mossa,'Iddanoa a Remundu Piras, 'Iddanoatulo a Benvenuto Lobina, Tempio a don Baignu Pes e bai nende, ma, a cantu mi resultat, nesciun'atera 'idda sarda podet narrer de aer sa richesa e variedade poetica de Patada.No chelzo fagher un'apologia de sa 'idda nostra, ma mi paret sa veridade pius ladina.Sa poesia sarda s'est fatta manna in Patada, innantis chin Pesuciu, oramai no b'at peruna falta subra su numene fina si an a sighire a lu giamare Pisurci, Padre Luca e Limbudu; ma pro nos frimmare solu a s'otighentos no si poden ismentigare, Antoni Sini Ogana, sa poesia trista sua meressit pius atenzione, sa satira elegante de 'Ainzu Moro, e sas cantones de Limbori, Ciddoi e Cocera.No m'atrivo a faeddare de su noighentos ca s'arriscu est de mi nd'ismentigare pius de calecunu.Dae maigantu tempus mi pregunto su proite de tanta bona sorte.Nudda podet naschere in sos rocalzos, chi sun logos bonos solu pro crabas e murones, pro chi su frutu avveret bi cheret terrinos bundanziosos de abbas.Solu tando su logu diventat binnidu. Dae custos terrinos e funtanas si sun aproendados sos poetas luego mentovados. Chissà cantu, sa paga atenzione de cussos tempos, nos at fatu perder, pro cussu sos mannos Pesuciu e Padre Luca no poden esser su resultadu de sa sorte. Su faeddu de Patada e sa richesa leteraria de innantis, los at de siguru ajuados e ispirados. Zertu chi su faeddu nostru de tando est istadu unu terrinu 'onu inue an potidu semenare, messare e incunzare chin allegria e frutu.Semus passados, chin su ciaravagliu, pustis de doighi annos de poesia, a leare in cossideru s'istoria de Patada, comente nd'essit a campu dae una coidadosa analisi de sos chimbe liberos de sas cheejas de Santa Sabina e de Santu Jagu de 'Antina chi cominzan dae sos primos annos de su seschentos.Pesso chi nos ajuet totu a nde 'ogare a pizu sas raighinas nostras. Ma sa cosa chi m'at incantadu pius, impare a sas erenzias,
..........sighit 2 fogliu.....
RispondiEliminasas biddas de 'Idducara e de Biduvé 'alu in possa, e maigantas ateras notiscias, est, e no podiat esser divesciamente fina si suta 'e su guvernu ispagnolu, chi su clero sighit a impitare, in sos documentos uficiales de sa cheja sa limba sarda.Unu faeddu divesciu meda dae su 'e oe.Diferenzias chi tian ispantare fina sos limbistas pius serios de custu tempus, si solu tian pessare a su limbazu chi s'impitat como. Est beru chi sas limbas chin su tempus mudan; sun che una criadura chi cominzan a ponner sos primos passos innantis de esser a manera de istare a sa riza; creschende imparan a faeddare e donzi die impitan paraulas noas. Imparan limbas noas, las miscian, fina a nde 'ogare a pizu unu limbazu issoro, poi morin che totu sos omines.B'at esempios meda de limbas mortas, de su faeddu 'e sos nuragicos restan solu pagas paraulas e meda in sa toponomastica. Su sardu chi faeddamus oe est in bona parte su resultadu 'e sa dominascione romana chin prestidos bizantinos, ispagnolos, italianos e, a dolu mannu, como fina inglesos.Torro luego a sos chimbe liberos de cheja, fimus nendechi su faeddu de su seschentos e setighentos fit unu pagu divesciu dae su 'e como. Resistin grafemas ispagnolos in sos numenes Cabillera e Regalla e Alavagna, iscritu chin sa -n- chin sa cediglia subra, fina si 'enian nados che oe. Chin meraviza manna amus agatadu su grafema -x- in divescios numenes comente Graxia, Lugrexia, Costaxia... fina s'agetivu basciu est meda 'ias iscritu baxu, fina inoghe sa pronunzia est sae oe: Grascia, Lugrescia e Costascia.Unu grafema chi 'alu impitan in su cabu 'e basciu: Maxia,Puxeddu e bai nende. In logu de sa -g- 'eniat impitada sa -j-, in prinzipiu 'e paraula, in su numen Jagu, janna, juniu, juliu , passan annos innantis chi su sambenadu benzat iscritu che oe.No amus mai agatadu su sonu -tz- pro issinzare sa -z-dura, benian impitadas duas zetas o una comente in Zazzu, Zimperi chi oe tian iscrier Tzatzu e Tzimperi.M'apo sempre preguntadu comente si diat dever iscriere una zerta paraula...Ma comente nadu innantis sas limbas mudan, sun che un'alvure chi no s'istracat de 'ogare frunzas noas.Sa -r- beniat impitada sempre in logu de sa -l- chi impreamus oe. Porcu, jannargiu, freargiu, martu e bai nende.Un'ateru fenomeno importartante est s'impreu de sa -g- in logu de sa -z- 'e como. Impare a sos primos meses de s'annu, tando iscriian: figiu, figia, mengius, pagia, mugiere... in logu de fizu, fiza, menzus, paza e muzere. Solu calchi peideru impitaiat pro sos meses de s'annu:lampadas, triulas, cabidanni, santu aini, sant'andria e nadale, mentre chi su pius iscriian sos mentovados juniu e juliu, e poi septembre, octubre, novembre e decembre. Ma est de narrer chi, de siguru, b'aiat diferenzias meda tra sa limba "colta" de sa cheja e su faeddu de sa zente.In parizos documentos de sa cheja 'e Santu Jagu, amus agatadu regisstrascione iscritas de manu sua dae su curadu Juanne Maria 'Emela Pesuciu, no cumprendo dae ite nde apan bogadu a pizu su numen de Pedru Pisurci, e chin ispantu mannu, isse, che bona parte 'e sos peideros, iscriet su verbu aere chena sa -h-, apo, an e at, divesciu meda dae comente su canonigu piaghesu Ispanu, chin peltesas de latinizzare su sardu, iscriet, in sa prima incunza manna de poesia sarda, hapo, hant e hat, chin sa -h- a dainanti e chin sa -t- finale pro sa terza pessone plurale de s'indicativu presente.Custa arrejonada longa subra sa limba de sos annos cando iscrien Pesuciu e Padre Luca pro mustrare cantu sa limba issoro siat istada divescia dae sa nostra.Poi subra sa superioridade de
........sighit 3 fogliu.......
RispondiEliminacussu tempus, comente atomo e ammosfera, ponzende sa poesia sarda de tando a costazu de sa menzus poesia europea; si Pesuciu est restadu frimmu in sa 'iddighedda sua, chin unu limbazu chi no s'istejat pro nudda dae cussu de 'onzi die.Padre Luca at proadu a giumpare, massimu chin sa poesia religiosa e "colta", sas lacanas de s'isula. Ma de sa grandesa de ambos no si podet aer peruna esitascione.No mi chelzo illongare meda, ma sun tres sas paraulas c'apo mentovadu pius frecuente: bidda, eredidade e limba. Creo chi potan esser su terrinu dae ue devat cominzare una renaschida. Su tataresu cando, in sos comizios, li promitian: pane e lavoro!, rispondiat: bastha lu pani!Fora dae 'onzi buglia, chelzo narrer chi sa 'idda, su siddadu, no solu leterariu, ma fina cussos valores chi sos mannos nos an fatu in calta, e sa limba deven esser cosas de contivizare e de no ismentigare, si no nos cherimus sutammitere a su mundu de su "totu che pare".Totu che pare fit s'ainu de Antoni Masala, ma innantis si naraiat mussolini. Cando su podestà 'e su fasciu, li pregunteit, in trancamaglia, -Compà! ite l'azis postu a s'ainu?- Pro no incurrer in peruna sanzione, li rispondeit- totu che pare!- Bastat pagu pro no finire che cuss'ainu. Bidda, identidade e faeddu, sun su piantone inue si podet ifelchire su tassellu chi solu 'atit su frutu de su pane e tribagliu. Forsis meda de a bois si aisetan chi faedde de sa poesia in bidda, ma comente est istadu nadu in prinzipiu, maigantu est in su ciaravagliu e in calchi liberu. Restat su disizu de iscrier de sa poesia de Patada in su noighentos, e no est nadu chi, si Deus mi dat vida e mi lassat sa vista, una die no potat bider sa lughe.Sa poesia iscampiat sas nues a donzi pregunta, ma no ti dat ite campare.Carmina no dant panem, naraian sos latinos.Ciddoi, su mastru de sos improvisadores Cubeddu, Morittu e Pirastru, cando unu segnore, bene postu 'e cibraca, faleit a Bantina pro l'invitare a una gara e resteit ispantadu de sas miseras cundesciones de sa domo,rispondeit:Inue bi dimorat poesiabi girat su 'arriu 'e sa canna,ello atera cosa che creia(s) si no povertade e pena manna.Pro torrare a sa limba, dae su setighentos a sa prima meidade de su noighentos, dae Pesuciu a Mimmia Alcadu, naraian, pro su passadu remoto, andesi, torresi e andao, torrao, 'oltao... pro s'imperfetto indicativo, chi como si sun boltados in: andaia, torraia e boltaia... Oe custas frommas sun iscumpalfidas e fina su passadu remoto: naschei, irrobei... benit sostituidu dae su passadu prossimo: so naschidu e apo irrobadu.Sa mantessi sorte est sighende su congiuntivo ammarronadu dae s'indicativo.Peldonademi su triulu ma faeddende de poesia mi 'enit a conca cantu sa limba est mudada e cantu semus peldende. Sos poetas nos ammentan cantu rica, chin bessidas, dicios, modos de narrer, e
-----------sighi 4 fogliu.......
RispondiEliminaparaulas chi no impitamus pius, fit sa limba nostra.Legendelos torra noss'at a abberrer unu mundu nou, fatu de sentidos, penas e gosu, e massimu nos tian acostazare a unu faeddu pius ladinu e dechidu.Pro torrare a sos chimbe liberos e a su limbazu de tando de sos peideros; una 'ia, in una pultascione de interru, pedein a Limbudu de narrer una 'essida subra de sos peideros; isse chi fit cufrade e religiosu meda,istenteit unu pagu ma poi ch'esseit:malos de vista, peus de caratere,cando cantan issos pianghet atere.Sun meda sas bessidas de sos poetas chi bi nde tiat aer de istoriare pro totu su sero.Chelzo ammentare unu poeta "sui generis" chi nos at lassadu solu pagas bessidas ma chi dan a s'intacu.Caltapedde, chi no lassaiat mancunu chena zirigadu, cotu, comente li suzediat frecuente, andeit a una 'iza 'e moltu. Cando intendeit sas atitadoras bantende a dilmisura su moltu, aculzieit a su baule e chin boghe sentenziosa neit:Deris abigeatis, oe ecce homo.Custu pro narrer comente fina su pius pagu connotu,aiat sempre sa 'etada pronta fina si miscendela in latinorum.In finis duas paraulas subra sa sentenzia de parizos magistrados de sa cassazione, chi su sardu no est una limba, contra a su parrer de sos limbistas de 'onzi leada; no ischin mancu in cale mundu sun!No b'at bisonzu de mentovare sos limbistas istranzos:Tagliavini, Wagner, Hubschmit, sos americanos, giaponeses e maigantos ateros, pro los ilfaulalzare.Bastat de narrer chi s'indovinellu veronesu:Se pareba boves, alba pratalia aràba, et albo versorio teneba, et negro semen seminaba.su pius antigu documentu de sa limba romanza, datadu tra su seschentos e otighentos pustis de Cristos, innantis de che finire in Verona, isteit pro maigantos annos in Casteddu. Si sun fina ilmentigados de sos Condaghes, unu de sos primos documentos in tota s'Europa in limba volgare; an fina postu a banda a Dante chi, in su "De Vulgari Eloquentia", narat chi su sardu est una de sas pius importantes limbas de su volgare. Duncas sa limba sarda s'agatat innantis meda de sa limba italiana, de sa cale parizos magistrados, 'estidos d'ermellinos, an nadu chi est unu dialetto.Chi fatan su tribagliu issoro chena si sutammitere a sa troea de sa spending review! Bonu proe lis fatat!Chena mentovare sas leges de tutela de sa limba sarda. Su menzus modu pro la difender, chena aisetare sentenzias de tribunales o de su mundu politicu, est chi 'onzunu de a nois sigat a la contivizare, ca si noll'ilmentigamus, ammajados dae su mundu de su totu che pare, peldimus sacu e sale.Impare a sa limba nos cheren brivare de s'identidade de populu sardu!Sos poetas de 'idda, antigos e modernos nos an lassadu unu siddadu mannu chi devimus manizare che calighe 'e cristallu, no pro lu remonire in calchi cantaranu, ma pro lu gigher donzi die in sa banca, pro nos cazare su sidis, a tales chi nos potemus abbare in sa funtana manantiale, chi no sicat mai, de sa limba desa poesia.Mi unoro de esser istadu amigu de Mimmia Alcadu, de Bustianu Mazza, Vitorinu Sanna, Nanneddu Pichizolu,Antoni Palitta, Nanneddu Cambone e de lu esser 'alu chin tiu Zusepe Monzitta e ateros chi no mentovo pro delicadesa.Chin issos amus passadu seros intreos, arrejonende de poesia e limba, mi piaghiat pius ascultare.Issos an contribuidu a fagher crescher s'amore pro cussa limba chi aia sutu, impare chin su late, dae su sinu 'e mamma.Devimus sighire a bufare dae cussa funtana! Iscujademi pro su triulu mannu, bos apo proadu a pascescia!Saludos a sos istranzos e a cantos an apidu s'atrivimentu de iscultare. ANGHELU CARBONI CAPIALI discorso del 19 agosto in ALAS DE POESIA
LA NUOVA SARDEGNA, giovedì 30 agosto 2012 – Ed. SASSARI – pag. 28
RispondiEliminapattada
Una festa in onore della poesia
Successo per la rassegna organizzata da Lussorio Cambiganu
PATTADA
«Meglio non poteva andare. La
manifestazione è riuscita in pieno”,
dice il poeta e scrittore locale
Lussorio Cambiganu, vera
anima della manifestazione
“Alas de poesia” assieme al Comitadu
Torramus Tottu a Bidda.
Lo spettacolo si è svolto nel
piazzale antistante la storica
chiesetta dedicata a San Giovanni,
uno dei templi più cari ai fedeli
di Pattada. Sorge a poca distanza
dalla caratteristica chiesa
del Rosario, dalla civettuola
Piazza d'Italia e dall'architettonico
Palazzo Municipio. La poesia,
di cui il popolo pattadese da
secoli si nutre con sommo gusto,
l'ha fatta quindi da padrona
per ore. È stata la felice occasione
per ricordare “sos mastros”
Pisurzi, padre Luca,Limbudue i
tanti altri poeti locali improvvisatori
ed a “taulinu”. Assai apprezzate
e di grande spessore le
parole pronunciate da Caterina
Pes, componente della commissione
Cultura del Parlamento,
da tempo fortemente impegnata
nella valorizzazione e difesa
de “sa limba”: «Sento ciò come
mio preciso dovere nei vostri
confronti, di questa terra dei
miei genitori e del mio popolo»,
ha fra l'altro affermato. Accompagnata
dal sindaco Mario
Deiosso ha consegnato ad Angelo
Carboni un'artistica pergamena
come attestato di merito per
l'assidua, preziosa opera da lui
svolta a favore della cultura del
paese e per la conoscenza dei
più rappresentativi personaggi
di Pattada, degli aspettiumanie
sociali della sua gente. L'intensa
serata si è chiusa con la recita di
alcune poesie di Pisurzi, padre
Luca e Limbudu e con l'assaggio
di tipici prodotti locali fra
cui il frizzante e profumato rosato
Golostai.
Gerolamo Squintu
Un momento della manifestazione “Alas de poesia”
La Nuova Sardegna
RispondiEliminaEdizione di Sassari 19 agosto 2012
POESIA A Pattada
La storia del paese raccontata in versi
PATTADA. Celebrare la poesia tradizionale come collante dell’identità: questo l’obiettivo dell’evento culturale “Alas de Poesia”, in programma oggi per iniziativa del gruppo spontaneo di pattadesi non residenti Torramus Totu a Bidda con il patrocinio del Comune. Trecento anni di storia pattadese attraverso i versi dei più noti poeti locali, padre Luca Cubeddu, Pesuciu e Limbudu, ma anche di quei tantissimi “poeti minori” attivi a Pattada dal ‘700 a oggi.
L’evento, che si terrà dalle 19 nella piazza Spirito Santo, si articolerà in due momenti: la recita dei versi dei poeti e un seminario sulla poesia. La declamazione sarà affidata all’apprezzata interprete Carmela Arghittu, con le musiche del maestro nuorese di launeddas Cesare Carta, della band locale “La Tribù dei Suoni” e dai Tenores di Nugoro e San Salvatore di Pattada, con fotografia e riprese video a cura del pattadese Lorenzo Fara. Ancora poesia con Lussorio Cambiganu, presidente del gruppo Torramus Totu a Bidda, che presenterà la serata e proporrà alcune delle sue composizioni insieme con i poeti Mario Monzitta e Teresa Sotgiu. La parte storica e culturale sarà curata invece da Tonino Arcadu, titolare delle Cantine Gostolai che evocherà la connessione tra vino e poesia - “poesia de zilleri” -, e da Bruno Sini, studioso di lingua sarda, che illustrerà lo stato attuale della situazione linguistica della Sardegna. La serata sarà anche occasione per la consegna di un premio speciale ad Angelo Carboni, componente del comitato e apprezzato studioso e autore di libri sui poeti locali, da parte del sindaco Mario Deiosso e di Caterina Pes, membro della Commissione Cultura della Camera dei Deputati, che presenzierà alla serata e risponderà sulla situazione legislativa e le iniziative politiche in atto verso la tutela della lingua sarda. (b.m.)
SERVÌTZIU LINGUÌSTICU LOGUDOROIn Sardu, sa limba nostra
RispondiEliminaAMM. OTIERI
AMM. ARDARA
AMM. ITIREDDU
AMM. MORES
AMM. NUGHEDU
AMM. PATADA
AMM. TULA
Alas de Poesia in Patada
Giovedì 09 Agosto 2012 15:37 amministratore
S'Amministratzione Comunale de Patada, paris cun su grupu on line, torramus a bidda proponet:
ALAS DE POESIA, trechentos annos de poesia patadesa.
S'amministratzione at a donare a ANGHELU CARBONI s'atestatu de Mastru de sa Cultura Patadesa.
Su Servìtziu linguìsticu Logudoro at istèrridu sa locandina e at agiuadu pro su bargaminu.